Il Giro delle 7 Chiese – tappa 7: la Cattedrale di Pisa

Il Duomo – Porta di San Ranieri (particolare)
“E passato il sabato, Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e Salomè comprarono degli aromi per andare a imbalsamare Gesù. E la mattina del primo giorno della settimana, molto per tempo, vennero al sepolcro sul levar del sole. E dicevano tra loro: “Chi ci solleverà il masso dall’apertura del sepolcro?”. E alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata; eppure era molto grande. Ed essendo entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto a destra, vestito d’una veste bianca, e furono spaventate. Ma egli disse loro: “Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro, che egli vi precede in Galilea; e qui lo vedrete, come vi ha detto”. Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da spavento e da stupore, e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura.” – Marco 16:1-8

Buona Pasqua da Linda e Francesca 🌸

Il Giro delle 7 Chiese -tappa 6: chiesa di San Francesco

San Francesco è un’imponente costruzione in laterizio e marmo. Insieme al convento la chiesa  è per le sue dimensioni (80 metri di lunghezza incluso il coro!) seconda sola alla Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Ma ciò che rende questo edificio così particolare ed unico è il suo campanile pensile, progettato e costruito nel XIII secolo  da Giovanni di Simone. Architetto noto a Pisa per le sue abilità costruttive, dato che si era preso carico del proseguimento dei lavori della Torre di Pisa, già fortemente compromessa dalla sua “pendenza”.

Molto probabilmente fu questo il motivo per cui Giovanni di Simone evitò di edificare il nuovo campanile di San Francesco sul tipico terreno alluvionale della città, cercando soluzione tecniche piuttosto ardite per l’epoca.

Il campanile presenta due lati poggianti su due muri del transetto, e – con uno straordinario espediente tecnico – due lati a sbalzo sorretti da una tromba di mattoni concentrici alleggerita da arcatelle e poggiante su mensoloni.

Il Giro delle 7 Chiese – Tappa 5: chiesa di San Torpè

Questa tappa viene dedicata a San Torpè, un martire legato indissolubilmente alla storia pisana, il cui nome deriva dal greco Eutropos (di animo buono). A questo santo  è intitolata la chiesa che si trova in vicinanza delle rovine delle terme romane, conosciute da tutti come “Bagni di Nerone”.  
Ironia della sorte, Torpè era proprio un  soldato romano  di Nerone, al quale era legato anche da un rapporto affettivo, e visse negli anni in cui Pietro Apostolo sembrerebbe essere approdato nell’antico porto fluviale di San Piero a Grado. Dopo la sua conversione al Cristianesimo, fu torturato e decapitato con una spada presso la foce dell’Arno dove morì il 29 aprile del 68 d.C. Il corpo fu collocato su una piccola imbarcazione insieme a un cane e un gallo (la  pena che il diritto romano riservava ai parricidi) e lasciato alla deriva.
Vuole la leggenda che il corpo sia approdato a Heraclea in Provenza, ribattezzata Saint Tropez in suo onore. La testa invece rimase a Pisa: dal 1260 è custodita in un busto in argento sull’altare maggiore della Chiesa di San Torpè.

Il Giro delle Sette Chiese – tappa 4: chiesa di San Michele in Borgo

#ilGirodelleSetteChiese oggi ci porta presso la Chiesa di San Michele In Borgo, antico monastero benedettino e camaldolese. Tra i personaggi storici legati a questo complesso monastico, spicca la figura del Beato Domenico Vernagalli. Nato a Buti da famiglia benestante, intorno al 1180, entra come sacerdote nel convento camaldolese di San Michele in Borgo nel 1204. Nel 1218 fonda il primo Spedale dei Trovatelli a Pisa, un ente assistenziale che, anche grazie a volontari laici, si occupa del recupero e della cura dei bambini abbandonati. Sempre nel 1218 muore presso il monastero di San Michele alla Verruca, sul Monte Pisano, ma viene sepolto all’interno della Chiesa di San Michele in Borgo, sotto la mensa dell’altare, in un sarcofago romano di reimpiego. Quest’ultimo dal 1812 non si trova più in chiesa, ma nel Camposanto Monumentale, nella galleria meridionale; è decorato con strigilature e presenta un clipeo centrale all’interno del quale, nel XIII secolo, fu scolpita la figura del religioso, rilavorando il preesistente busto del defunto romano.
Domenico Vernagalli fu proclamato beato soltanto nel 1854 da Papa Pio IX, ma i Pisani gli dimostrarono da subito una grande venerazione per il suo operato nel tessuto sociale della città.

Il Giro delle Sette Chiese – tappa 3: chiesa di San Sisto

Oggi a San Sisto poniamo attenzione a i bacini ceramici medievali: ceramiche invetriate, smaltate e a lustro metallico che vennero applicate sui paramenti esterni della chiesa come elementi decorativi.
Ma quello di cui oggi vogliamo parlare è il lustro metallico, una tecnica quanto meno eccezionale per quel periodo storico.


Gli artigiani medievali erano in grado di trasformare semplici ceramiche in veri e propri tesori d’argilla, attraverso un processo produttivo molto sofisticato. Esso prevedeva tre cotture a temperature e condizioni differenti, applicazione di smalti vetrosi e miscele argillose contenenti sali metallici.
Incredibile pensare che il particolare aspetto colorato e il loro caratteristico riflesso metallico derivino da uno strato sottilissimo contenente particelle di rame e argento di diametro nanometrico!

Per saperne di più venite ai nostri tour appena sarà di nuovo possibile! 🙂

Il Giro delle Sette Chiese a Pisa – tappa 2: chiesa di San Frediano

Oggi il Giro delle Sette Chiese arriva alla seconda tappa, la Chiesa di San Frediano, immancabile punto di partenza del nostro “storico“ tour Di Pietra in Pietra.

Lo sguardo del geologo rimane sicuramente affascinato dalla grande varietà di materiali lapidei presenti in facciata: una vera e propria “petroteca” del periodo medievale pisano.

Quarziti, brecce calcaree e calcari neri del Monte Pisano, la Panchina livornese ma anche marmi di importazione (provenienza apuana e dal Mediterraneo orientale) che sono reimpieghi da preesistenti edifici romani.

Ma allo sguardo dello storico, non può sfuggire un particolare così misterioso: un’ iscrizione posta al lato sinistro del portale d’ingresso, che riporta incisi alcuni caratteri di non facile interpretazione. Nell’iscrizione, eseguita su un blocco di marmo si distinguono dei caratteri grafici simili a una m, dei triangoli rovesciati e altri caratteri simili alla lettera greca lambda. Fra una parola e l’altra, si riconosce una croce. Sono state avanzate varie ipotesi dagli storici, tuttavia l’interpretazione più accreditata è che si tratti di una triplice invocazione all’arcangelo Michele, posta vicino alla soglia d’ingresso della chiesa con funzione apotropaica, ossia per allontanare il male dall’edificio sacro. Sempre a Pisa, un’iscrizione analoga la possiamo osservare a fianco del portale est del Battistero di Pisa, e una terza all’interno del chiostro del Museo Nazionale di San Matteo, originariamente proveniente dalla chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Via sant’Antonio, purtroppo distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. In Toscana esistono altre 3 epigrafi dello stesso tipo: 2 presso il Duomo di Barga (collocate sugli stipiti a destra della porta in facciata e della porta sul lato occidentale) e una a Pistoia, visibile a sinistra del portale centrale della chiesa di San Pier Maggiore.

Per approfondire altri interessanti particolari, seguiteci nelle nostre visite guidate appena sarà di nuovo possibile! 🙂

Il Giro delle 7 Chiese – tappa 1: chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri

Cominciamo oggi un excursus virtuale fra le sette Chiese che sono tappa di una nostra passeggiata guidata in notturna, proposta negli ultimi anni in occasione del Giovedì Santo.

Si percorre un itinerario sulle tracce dell’antica tradizione del pellegrinaggio alle sette chiese e della venerazione verso il SS. Sacramento, conservato per i giorni di venerdì e sabato santo sull’altare allestito per la sua venerazione.

Al Medioevo risale l’espressione popolare “visita ai sepolcri”, che veniva effettuata dopo la Messa vespertina del Giovedì Santo, interpretando l’altare dell’Eucarestia come il luogo di sepoltura di Cristo.
Partiamo dalla prima tappa, la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri…
Vi parleremo di un prezioso busto reliquiario attualmente conservato al Museo Nazionale di San Matteo, che approdò nella Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri nel 1596, dalla Chiesa di Ognissanti di Firenze per cui venne originariamente commissionato. Eseguito da Donatello in bronzo fuso, dorato e cesellato, tra il 1420 e il 1430, rappresenta il santo martire Lussorio, morto nel 304, al tempo delle persecuzioni di Diocleziano, nella città di Forum Traiani, l’attuale Fondorgianus in Sardegna. Il culto, tutt’ora molto vivo nell’isola, si diffuse anche a Pisa in virtù dei forti rapporti politici e commerciali esistenti tra la Repubblica Marinara e la Sardegna, così come il culto di altri santi martirizzati in Sardegna: Efisio, Potito, Cesello e Camerino.
La testa del Santo fu in origine conservata e venerata all’interno dell’antico Monastero di San Rossore (versione pisana di Lussorio). Nel 1273 questo complesso religioso passò dai benedettini agli Umiliati, i quali nel 1422 si trasferirono a Firenze nella Chiesa di Ognissanti portando con sè la reliquia e commissionando il prezioso reliquiario a Donatello.

Exultet al Museo dell’Opera del Duomo di Pisa

In attesa della Pasqua, vi presentiamo l’Exultet beneventano conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Pisa.

Ci auguriamo tutti di poter tornare a visitare i nostri musei quanto prima e di poter ammirare questo capolavoro dal vero. Nel frattempo ve ne parliamo un po’…
Si tratta di un rotolo in pergamena miniato prodotto in uno scriptorium beneventano nella seconda metà dell’XI secolo, finito a Pisa probabilmente dopo il sacco di Amalfi, oppure grazie ai rapporti esistenti tra le comunità monastiche benedettine dei due ambiti geografici, o ancora in virtù dei fiorenti rapporti commerciali esistenti tra Pisa e le regioni meridionali. Il termine Exultet corrisponde alla prima parola del canto liturgico che, dall’alto del pulpito, veniva intonato dal diacono nel corso della cerimonia della notte del Sabato Santo . Questo canto, denominato praechonium paschale , aveva la funzione di annunciare alla comunità dei fedeli il mistero della Resurrezione e celebrare il rito dell’offerta del cero pasquale. Per esteso, lo stesso termine è passato ad indicare anche i rotoli sui quali il testo dell’inno è stato più volte trascritto e illustrato tra X e XIV secolo, secondo una prassi attestata pressoché quasi esclusivamente nell’Italia meridionale. A Pisa si conservano altri due esemplari di Exultet, realizzati da artisti locali sull’esempio del manoscritto beneventano, risalenti rispettivamente al XII e XIII secolo.
La ricca decorazione include scene della vita di Cristo fino all’Ultima Cena, oltre che motivi particolarmente interessanti come l’Elogio delle Api e la rappresentazione del Cero Pasquale in forma di colonna sormontata dall’aquila. Il ricco apparato figurativo veniva mostrato ai fedeli contemporaneamente al canto della preghiera, affinchè essi potessero comprendere meglio, attraverso le immagini, i contenuti della liturgia.
Nella foto, un particolare delle miniature del rotolo: la Resurrezione di Lazzaro.

Un abbraccio…

Cari amici di Natourarte,
in questo periodo di inattività forzata sentiamo una grande nostalgia del nostro lavoro di guide e soprattutto dei momenti di condivisione passati con voi durante i nostri eventi. Speriamo con tutto il cuore che stiate tutti bene e di poterci rivedere il prima possibile. 
Vogliamo dunque farvi sapere che non ci stiamo dimenticando di voi, e per questo vi comunichiamo che dalla prossima settimana potrete trovare nuovi post e contenuti sia sul sito www.natourartepisa.it che sulla pagina Facebook Natourarte, inerenti le varie tematiche che portiamo avanti con le nostre visite guidate. Speriamo così di accorciare le distanze e di farvi passare dei momenti piacevoli regalandovi pillole di arte, curiosità, aneddoti, e… ricette tipiche del territorio, da sperimentare insieme ai vostri cari in questo periodo di isolamento casalingo.
Vi invitiamo perciò a seguirci attivamente sui nostri canali, in attesa di tempi migliori per tutti.
Come buon auspicio per il futuro, in allegato trovate una foto scattata dal nostro fotografo Patrick Crowther, raffigurante un uomo che abbraccia un orso. Abbiamo scelto questo motivo, che decora una mensola nella facciata del Duomo di San Martino a Lucca, come potente simbolo di armonia, quell’armonia primigenia che regnava tra tutti gli esseri del creato nel Paradiso Terrestre.
Un caro abbraccio a tutti da Linda e Francesca